Brano: 1
San Giovanni in Persiceto
Al l'indomani del 25.7.1943 si demoliscono a San Giovanni in Persiceto i simboli del regime fascista
mania nazista e il volgere della Seconda guerra mondiale accentuarono il sentimento antifascista di molti persicetani, tra i quali operava attivamente l’antifascista Mario Forni, originario di Tivoli (Roma). Già prima del 25.7.1943 questi promosse la ricostituzione di una cellula comunista clandestina a San Giovanni in Persiceto e il 3.8.1943 Oreste Capponcelli, delegato dei socialisti persicetani, partecipò a Bologna all'unificazione di due raggruppamenti politici nel P.S.I.U.P..
FI esistenza armata
Nella prima metà del settembre
1943 si tennero le prime riunioni, una nel capoluogo e un'altra ad Amola in aperta campagna, per organizzare la lotta armata contro le forze d’occupazione tedesche e il risorgente fascismo.
Dal novembre 1943 al giugno 1944 un gruppo autonomo di partigiani operò nella zona PermutaAccatà, preparando tra l’altro lo sciopero delle mondine nella Tenuta Locatello. Alcuni di ques[...]
[...]iugno 1944 un gruppo autonomo di partigiani operò nella zona PermutaAccatà, preparando tra l’altro lo sciopero delle mondine nella Tenuta Locatello. Alcuni di questi partigiani si trasferirono poi sull’Appennino modenese e combatterono contro i nazifascisti nel territorio di Montefiorino. Altri forti nuclei, prima separatamente e poi raggruppati nel Battaglione S.A.P. “Sergio” della 63a Brigata Garibaldi, operarono nel triangolo Anzola EmiliaSan Giovanni in PersicetoCalderara di Reno, effettuando azioni di sabotaggio alle linee telefoniche ed elettriche, alla linea ferroviaria BolognaBrenne
ro e alle strade percorse dagli automezzi tedeschi diretti al fronte. Nell’ottobre 1944 il Battaglione “Sergio” ricevette dal Comando unico regionale l’ordine di entrare nascostamente a Bologna (di cui si riteneva imminente la liberazione). Durante la marcia lungo la ferrovia VeronaBologna, nella notte tra
il 17 e il 18, nei pressi del Bargellino, alla testa di un centinaio di uomini, nello scontro con una pattuglia tedesca cadde il comandante Antonio Marzo[...]
[...]Bencivenni (v.). Continuarono così le azioni di disturbo e di sabotaggio contro tedeschi e fascisti, nonché l’attività di propaganda tra la popolazione. Poco prima della Liberazione fu arrestato un gruppo di partigiani, tra i quali il comandante Bencivenni [Lupo).
La Liberazione
Nella notte tra il 20 e il 21.4.1945 i battaglioni partigiani “Armaroli” e “Marzocchi” entrarono in azione nella pianura di Anzola, Calderara, Sala Bolognese e San Giovanni in Per^ siceto, attaccando postazioni tedesche e impedendo la distruzione di magazzini e di fabbriche. Intanto i fascisti commettevano l’ultima infamia: la Brigata nera consegnò i partigiani arrestati a una compagnia di SS in fuga. All’alba del 21 aprile, mentre la città stava per essere liberata, i prigionieri furono condotti oltre il Panaro e, nelle vicinanze di Cavezzo (Modena), la mattina di domenica 22 furono trucidati (uno solo riuscì a salvarsi con la fuga).
Il contributo dei persicetani alla Guerra di liberazione si riassume nei seguenti dati: partigiani combattenti nelle varie formazioni[...]
[...]erata, i prigionieri furono condotti oltre il Panaro e, nelle vicinanze di Cavezzo (Modena), la mattina di domenica 22 furono trucidati (uno solo riuscì a salvarsi con la fuga).
Il contributo dei persicetani alla Guerra di liberazione si riassume nei seguenti dati: partigiani combattenti nelle varie formazioni circa 200; caduti 66 (dei quali 8 in combattimento contro i nazifascisti,
31 per rappresaglia, 18 nei campi di
Partigiani di San Giovanni in Persiceto durante un funerale ai loro caduti poco dopo la Liberazione
340